I VOLATILI FANNO RAZZIA DI COLTIVAZIONI A PIENO CAMPO
Venezia 6 Giugno- Colombacci, gazze, fagiani, piccioni sono solo alcune specie appartenenti alla fauna selvatica che stanno saccheggiando i campi , lasciandoli vuoti agli agricoltori. Si tratta di una vera criticità che colpisce soprattutto le imprese agricole a causa della presenza di questi volatili che sono stanziali sul litorale trovando nutrimento nelle campagne. I danni sono sempre più ingenti e accertati con documentazione a supporto. A renderlo noto è Coldiretti Venezia su segnalazione dei soci di tutto il territorio Veneziano.
Nel veneziano fino a poco tempo fa la peggior minaccia erano le nutrie, ora si aggiungono fagiani, colombacci piccioni e anche i caprioli nell’area del Veneto Orientale proliferando indisturbati e trovano cibo per la sopravvivenza direttamente nelle nostre campagne. Nello specifico i colombacci mangiano il seme o capitozzano la pianta per trovarlo, i danni sono sui seminativi ma non da meno sulle orticole da foglia a livello estensivo nelle diverse fasi di sviluppo, con danni gravi e visibili.
“A Cavallino Treporti denuncia il presidente della Coldiretti locale Michele Borgo - le campagne si stanno spopolando in quanto gli agricoltori che non possiedono le serre non sono in grado di coltivare più nulla. Tutte le soluzioni previste dalla legge per dissuaderli sono state provate con scarsi risultati, perfino il trattamento a base di peperoncino irrorato sulle colture non ha avuto gli esiti attesi. Anzi – continua Borgo- abbiamo avuto delle segnalazioni di danni derivanti da gabbiani reali che bucano le strutture che peraltro non sono assicurabili e coperte dai danni da selvatici.”
“Servono delle soluzioni per frenare la proliferazione di queste specie poichè gli agricoltori debbono poter difendere il proprio lavoro. Cosi come abbiamo avviato un dialogo con la Regione sul contenimento di oche e nutrie, così è necessario estenderlo agli altri animali selvatici – dichiara Tiziana Favaretto presidente di Coldiretti Venezia- Abbiamo bisogno di strumenti normativi più efficaci, perché se in un campo gli animali mangiano tutto, l’imprenditore perde tutto quello che ha investito, dalla semina, alle ore di lavoro per finire con un mancato reddito a fine stagione. Per quanto riguarda la difesa passiva, solo chi è già assicurato può trovare ristoro accedendo a fondi mutualistici, ma rimane il fatto che è coperta solo la risemina, il resto delle perdite sono a carico degli agricoltori”.
"La stagione 2025 non è nata sotto i migliori auspici – conclude Favaretto – le condizioni climatiche avverse hanno ritardato le semine, la continua pioggia ha aumentato la proliferazione di insetti e fitopatie dopo un inverno troppo caldo per la media stagionale. A queste difficoltà operative, ci sono problemi di caro prezzi abbinati a incertezza dei mercati.”