2 Dicembre 2025- Gli abitanti di Lio Piccolo, Mesole e Saccagnana denunciano con estrema preoccupazione il deterioramento dell’ambiente in cui vivono. Nei già fragili equilibri idraulici della laguna nord, la situazione in queste frazioni di Cavallino Treporti ha già superato i livelli di guardia. Lo sottolineano gli agricoltori, i cittadini residenti e chi opera quotidianamente nella gestione della terra e dell’acqua specificando che non si tratta di una formalità burocratica, ma una condizione di emergenza, per questo la Coldiretti locale ha richiesto con urgenza un incontro istituzionale al Provveditorato interregionale per il Veneto, Trentino AA, Friuli Venezia Giulia.
Il quadro che emerge dalle segnalazioni è quello di infrastrutture idrauliche deteriorate e abbandonate alla loro sorte: chiaviche compromesse nella loro funzione di regolazione dei livelli interni e ricambio di acqua argini indeboliti e alleggeriti dall' invasione di topi e arvicole al punto da diventare instabili con centinaia di gallerie scavate per decine di metri. Questo comporta l’ammaloramento degli elementi più basilari di tenuta strutturale, i pali di contenimento ai piedi dell'argine, che staccandosi non trattengono le massicciate con successive e inesorabili frane. Nella zona Mesole poi, i fossi interni risultano così insabbiati da rendere necessario uno spurgo urgente, senza il quale l’intero sistema di drenaggio risulta inefficiente, quasi cieco.
La Coldiretti chiede insistentemente un intervento da parte del Provveditorato interregionale per il Veneto, Trentino AA, Friuli Venezia Giulia, l’ente incaricato ad essere custode della sicurezza idraulica, cambiando finalmente un approccio di disinteresse per cui le decine di richieste formalizzate dai cittadini e dagli operatori agricoli degli ultimi quindici anni non hanno trovato alcuna presa in carico effettiva, né pianificazione, né riscontro operativo. “Esiste un senso diffuso e sempre più esplicitato- spiega Michele Borgo presidente di Coldiretti Cavallino Treporti di essere stati lasciati soli, senza interlocutori, senza un piano, senza un’assunzione di responsabilità. Ciò che oggi si denuncia non è un problema di routine: è il rischio che una futura mareggiata, un episodio di alta marea dovuto a una non chiusura del Mose trovi un territorio indebolito, privo di difese e di prevenzione. In un ambiente delicatissimo come quello di Lio Piccolo Mesole e Saccagnana, dove terra e acqua si intersecano con equilibri millimetrici, l’assenza di manutenzione non è una svista, ma una minaccia diretta.”
La richiesta che arriva dal territorio è semplice e concreta: serve una presenza reale, un’attenzione fattuale e non formale, un intervento programmato. Non si attenda l’urgenza manifesta, non si aspetti di correre dietro all’acqua, quando ormai sarà troppo tardi.
