19 Marzo 2024
SUPERFICIALITA’ O PLAGIO COMMERCIALE? NON CI SONO PIU’ DUBBI. IL CONSORZIO DEL CARCIOFO VIOLETTO DI SANT’ERASMO FA UN  APPELLO AI CONSUMATORI

19 Marzo 2024- Sono centoventimila le piante autentiche di carciofo violetto, le cui castraure, una per pianta, sono riconoscibili in vendita grazie al marchio che è stato registrato dal Consorzio nel 2012 al fine di fare chiarezza a tutela dei consumatori e dei produttori.

“Non si tratta di fare campanilismo, ma di smascherare questi inganni che danneggiano il mercato di un prodotto tipico che è peraltro presidio di Slow Food - puntualizza Carlo Finotello presidente del Consorzio del Carciofo di Sant’Erasmo che aggiunge – noi produttori viviamo tutto l’anno in attesa della stagione primaverile per raccogliere i frutti di una coltura che richiede cure e lavoro costanti”. I carciofi di Sant’Erasmo sono un ortaggio coltivato da secoli in laguna nella principale isola di Sant’Erasmo, ma anche nelle Vignole, Lio Piccolo, Mazzorbo, la loro sapidità dipende dalla salinità presente nel terreno alcalino, ben drenato e la stagione di raccolta non è mai prima di aprile.

 

“Accade ogni anno in questo periodo, molti venditori per attrarre l’attenzione del consumatore e richiamando all’immagine di quel carciofo tenerissimo, definiscono castraure carciofi diversi, ma se inizialmente pensavamo fosse superficialità o disattenzione, ora riteniamo che ci sia malafede, infatti “ la castraura – spiega Michele Borgo presidente di Coldiretti Cavallino Treporti, “è un termine dialettale per indicare il primo frutto apicale della pianta che viene tagliato per primo in modo da permettere lo sviluppo di altri, mediamente, otto carciofi laterali chiamati botoli, ma è un termine coniato dal Consorzio del Carciofo Violetto di Sant’Erasmo. Ci chiediamo il motivo per cui non vengano esposti dai commercianti, cartelli relativi al primo carciofo delle  “mammole” romane. Semplice- spiega Borgo- perché non verrebbe mai confuso per un carciofo di Sant’Erasmo. La funzione del consorzio del Carciofo Violetto nasce  proprio con l’intento di tutelare i produttori e i consumatori dalle imitazioni e dai falsi, “è una questione di trasparenza- chiarisce Borgo – è importante che il consumatore quando acquista i carciofi riconosca il marchio che contraddistingue la produzione locale, che segue un disciplinare di coltivazione ben preciso, valido anche per la mancanza di utilizzo di fitosanitari e diserbanti durante la crescita della pianta e garanzia di un sapore che richiama alla nostra terra salmastra.”

Le prime castraure quest’anno arriveranno tra una ventina di giorni “La pioggia delle ultime settimane, ci ha aiutati, riportandoci ad una normalità a cui non eravamo più abituati- sottolinea Borgo- infatti abbiamo dovuto sostituire il  20% delle piante perenni di carciofo, rovinate nel loro apparato radicale a causa della siccità degli anni scorsi- contiamo che la stagione di quest’anno ci aiuti a recuperare le perdite degli ultimi due anni. Rivolgiamo dunque un appello ai consumatori, di chiedere il carciofo con il marchio quando desiderano assaggiare la produzione tipica di carciofi violetti di Sant’Erasmo, prelibatezza che anche i ristoratori veneziani dovrebbero avere la cura e l’intento di valorizzare nel pieno della stagione, esaltandone il sapore autentico”.

IMPLEMENTAZIONE DI UN CENTRO SERVIZI PER UTENTI E IMPRESE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA

Progetto n° 01/SSL/16/VE-03/SSL/21/VE CUP H79J21011180009 Titolo del Progetto: IMPLEMENTAZIONE DI UN CENTRO SERVIZI PER UTENTI E IMPRESE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA

Campagna Amica

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Portale Coldiretti Veneto Formazione

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