10 Ottobre 2019
ASSOCIAZIONE PER IL BOSCO DI MESTRE

ASSOCIAZIONE PER IL BOSCO DI MESTRE
30173 Mestre Venezia – Viale Garibaldi 44
Associazione per il bosco di Mestre: info@assboscomestre.it

COMUNICATO STAMPA
APPELLO ALLA REGIONE PER RIFINANZIARE LA LEGGE REGIONALE 13/2003

Venezia 10 Ottobre 2019 –  Sono stati tutti d’accordo stamane gli autorevoli  relatori intervenuti al convegno moderato dal giornalista Adriano Favaro “I boschi di pianura come mitigazione del cambiamento climatico” organizzato dall’associazione per il Bosco di Mestre, presso la Sala Polifunzionale Palazzo Grandi Stazioni Regione Veneto, nel riconoscere la centralità del bosco di pianura.
“Si riparta dalla “Carta di Sandrigo”- ha esordito Il Presidente dell’associazione per il Bosco di Mestre, Marco Calzavara - riferendosi alla relazione redatta ad Ottobre 2017  in occasione degli Stati Generali dei Boschi di Pianura – dove emergeva che sulla carta della distribuzione delle foreste in Europa c’è uno spazio vuoto: la pianura padano-veneta. La distruzione della foresta, che inizialmente la ricopriva in modo ininterrotto, salvo che nelle zone allagate, ha interessato il 99.99% della superficie originale.
“Eppure il bosco è importante, in primis per noi veneziani, rappresenta la memoria vivente di un’epoca storica in cui la Serenissima Repubblica si serviva del legno per costruire la flotta, ma  rappresenta anche uno scrigno di biodiversità oltre che ad essere un polmone per la città, utile per la rigenerazione urbana, ma anche a riequilibrare ed assorbire l’acqua” - ha sottolineato l’esperto forestale Giustino Mezzalira di Veneto Agricoltura tra gli attori protagonisti  del tentativo di ricostruire i boschi nella pianura veneta, tra cui il progetto più ambizioso veneziano della realizzazione del Bosco di Mestre.
La pianura veneta può, in seguito a questo progetto partito a fine anni ’80,  contare su 500 ettari di bosco, di cui Venezia ne ha realizzati 230. Il bosco di Mestre, realizzato grazie alla perseveranza di Gaetano Zorzetto che poneva il Bosco al centro della sua idea di Mestre Bella è distribuito a macchia di leopardo tra le zone di Carpenedo, quartiere Pertini,  Campalto, Dese e  Favaro costituito da specie arboree autoctone, quali la farnia, il carpino, il frassino, l’acero, l’olmo, l’ontano, il salice, il pioppo, un puzzle ancora da ultimare con delle grandi potenzialità come aveva a suo tempo evidenziato  lo stesso piano regolatore di Venezia, individuando circa 1200 ettari di aree da destinate a bosco. “E verso questo obiettivo si guarda ancora con convinzione” ha dichiarato il presidente dell’Istituzione Boschi e Grandi Parchi del Comune di Venezia Giovanni Caprioglio che raccontando ai presenti le varie tappe di imboschimento del Bosco di Mestre non ha mancato di ricordare anche ai compiti di manutenzione portati avanti dall’Amministrazione Comunale con grande sforzo, tuttavia cercando di mettere in atto i prossimi tasselli per la realizzazione di un Giardino Botanico di 25 ettari a Favaro. Ecco perché  sono necessari dei fondi e per questo motivo, si chiede a gran voce alla Regione di rifinanziare la legge Regionale n°13/2003 che dal 2011 non è più stata presa in considerazione.
La presenza di un bosco aiuta a contrastare un cambiamento climatico i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti, come fanno notare gli economisti Francesco Bosello e Jaroslav Mysiak esperti climatologi del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici intervenuti oggi in sala sottolineando che purtroppo L’Italia è riuscita a guadagnare il primo posto per dissesti idrogeologici, mentre ora finalmente sono disponibili i dati per dimostrare che, se le giuste specie di alberi sono piantate nei giusti tipi di suolo in tutto il pianeta, le foreste emergenti potrebbero catturare 205 gigatonnellate di anidride carbonica nei prossimi 40-100 anni.
Dobbiamo fare tesoro di esempi vincenti come quello presentato da Giulia Moraschi  dirigente del settore ambiente del Comune di Mantova che ha portato l’esperienza del  World Forum on Urban Forest 2018. Da questo confronto mondiale è emerso che ciò che le città italiane difficilmente stanno costruendo per dotarsi di più spazi verdi e foreste urbane, è uno degli esempi da perseguire.
“Insomma è necessario ripensare allo spazio collettivo, in cui il bosco deve diventare un punto di riferimento per i cittadini, in particolare per i più piccoli che lo devono “vivere”  - insiste Stefano Masini professore di diritto agrario presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata nonché capo area ambiente della Coldiretti -  solo così i proclami di piazza avranno un senso più compiuto e concreto dando al rispetto ambientale ed al bosco una funzione anche politica.
Ilaria Cavaggioni della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per Venezia ha ricordato che vi è una nuova logica per concepire il paesaggio non come singolo bene ma come parte di un sistema e proprio sulla scorta di questa realtà è indispensabile che ciascuno di noi faccia la propria parte aumentando la percezione e il rispetto per l’ambiente.
Sono intervenuti per i saluti Stefano Battaglia presidente dell’Ordine degli Architetti di Venezia, il vice presidente del consiglio di Venezia Saverio Centenaro che ha portato i saluti del Sindaco Brugnaro, oltre che le parole del vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin che nel scusarsi dell’assenza per motivi istituzionali, ha ribadito l’importanza del messaggio del convegno.
Al termine del convegno tutti i partecipanti hanno potuto approfittare di un ricco Buffet offerto da Fiorese Ecologia s.r.l.

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