28 Novembre 2019
SITUAZIONE DRAMMATICA PER I PRODUTTORI DI RADICCHIO DI CHIOGGIA

SITUAZIONE DRAMMATICA PER I PRODUTTORI DI RADICCHIO DI CHIOGGIA.

 

28 Novembre 2019 “Questa volta abbiamo toccato il fondo” racconta Manuel Gatto produttore di radicchio di Chioggia oltremodo demoralizzato per la situazione produttiva del radicchio rosso, la coltura principale di Chioggia, cicoria considerata regina dell’orticoltura veneta che ora si trova, più che mai, di fronte ad una crisi strutturale.

In questo mese, a mettere ulteriormente alla prova i produttori sono state le continue piogge che hanno compromesso i campi costringendo gli agricoltori a condizioni proibitive nella fase di raccolta. “Forse ci converrebbe lasciare il radicchio marcire nei campi visto a quanto ci viene pagato” afferma Manuel Gatto. Stiamo parlando di 5 centesimi al kg, ben sotto la soglia minima del costo di produzione che si aggira intorno ai 35 centesimi al kg, eppure il consumatore lo trova sullo scaffale ad un prezzo non inferiore ai 1,50€ al kg.

“Le considerazioni sui prezzi, sulla contingenza economica sono un argomento, trito e ritrito, ma vorremmo aiutare i nostri produttori ad avere garantita la dignità lavorativa  provando ad attuare una misura correttiva per difendere il loro lavoro per uno dei prodotti tipici che fanno del made in Italy un vanto in tutto il mondo” sottolinea il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla. In effetti, più volte si è tentato di individuare la causa della svalutazione del radicchio di Chioggia e del mancato riconoscimento del valore ai produttori, ma si tratta di un argomento molto complesso poiché manca la trasparenza sia della fase di produzione che della fase distributiva.

“I contratti stipulati in campagna con i grossisti sono in partenza troppo bassi e danneggiano l’andamento del mercato” lamenta il direttore del Mercato Ortofrutticolo di Chioggia, Pietro Cigna. Da troppo tempo si sta evidenziando l'inadeguatezza a fronteggiare le sfide che la globalità della produzione del prodotto a causa di una concorrenza sleale del seme ibrido. Coldiretti sprona i produttori a puntare sulla produzione del radicchio a marchio IGP, ma comunque la strada non è in discesa afferma il presidente di Coldiretti Chioggia Patrizio Garbin “Rispettare il disciplinare produttivo è l'unico modo per tentare di differenziare il prodotto, ma non è cosi semplice perché ci sobbarchiamo dei costi maggiori di produzione per poi trovarci nel mercato spiazzati da una concorrenza sleale”.

Serve dunque un cambio culturale e operativo per aspirare ad un giusto riconoscimento del valore sul mercato del radicchio di Chioggia, ma anche delle altre produzioni presenti nel territorio, creando una governance in grado di correggere le distorsioni operative fin’ora riscontrate per  l’assoluta mancanza di regole, tracciabilità e trasparenza. Per questo – continua il direttore di Coldiretti Venezia Giovanni Pasquali –noi insistiamo di trovare una soluzione per i nostri coltivatori a cui deve essere dato un adeguato riconoscimento economico per l’attività nelle campagne e per ridare prospettive all’orticoltura del territorio clodiense, dove il radicchio è la produzione principe.”

 

IMPLEMENTAZIONE DI UN CENTRO SERVIZI PER UTENTI E IMPRESE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA

Progetto n° 01/SSL/16/VE-03/SSL/21/VE CUP H79J21011180009 Titolo del Progetto: IMPLEMENTAZIONE DI UN CENTRO SERVIZI PER UTENTI E IMPRESE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA

Campagna Amica

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Portale Coldiretti Veneto Formazione

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